Butler Sarah - 2013 - L'amore in un giorno di pioggia by Butler Sarah

Butler Sarah - 2013 - L'amore in un giorno di pioggia by Butler Sarah

autore:Butler Sarah [Butler Sarah]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Literature & Fiction, Romance, Foreign Languages, Italian, Foreign Language Fiction
Amazon: B00E4T7K92
editore: Garzanti
pubblicato: 2013-09-11T22:00:00+00:00


Ho ancora una parola da scrivere e poi sarò pronto; tu sarai pronta. Tornerò a Angel e troverò Anton. Lui capirà. E se non potrà aiutarmi, allora troverò qualcun altro. Un taglio di capelli. Una rasatura. Ricordo quando mio padre si preparava per andare al lavoro: si metteva davanti allo specchio dell’ingresso e si tirava giù le maniche della giacca; scuoteva le gambe per assicurarsi che le pieghe dei pantaloni fossero dritte; si leccava l’indice e se lo passava sulle sopracciglia; alzava la testa per controllare di avere le narici pulite. Se si accorgeva che lo stavo guardando, mi sorrideva e mi accarezzava la testa. «Bisogna fare una buona impressione, figliolo», mi diceva. «Non dimenticarlo mai.»

Qualche volta penso che la cosa per me più difficile da accettare sia stato il fatto che mia madre si rifiutasse di essere arrabbiata con lui.

«Ha mentito», dicevo io.

«Aveva paura», replicava lei.

«Ha fatto solo stronzate.»

«Ha sempre voluto fare la cosa giusta, e non c’è bisogno di usare questo linguaggio.»

«Ha rovinato tutto.»

«Era confuso. Vorrei solo che ne avesse parlato con me.»

«Vorrei che non lo avesse fatto.»

«Be’, non serve a niente pensarci, giusto?»

Alla fine tutto mi era diventato insopportabile: il suo squallido appartamentino in affitto con la moquette consumata e i brutti termosifoni; la sua faccia, il suo sguardo senza rabbia, la sua bocca morbida e pronta a sorridere. Odiavo la sua rassegnazione. Odiavo le scatolette economiche di sughi e fagioli, le coperte in più impilate sui letti, il vaso pieno di monetine sulla tovaglia. Non smisi del tutto di andare a trovarla, ma gli intervalli tra una visita e l’altra si allungarono sempre di più; lo ammetto. Rimase lì per anni prima che la sua vista la costringesse ad andare a stare in una casa di riposo. Fece tutto da sola. Non sono stato un buon figlio.

Vorrei aver avuto la possibilità di essere un buon padre, ma tua madre disse che era meglio così – per te, per lei, per me. Non avrebbe mai voluto che succedesse, mi disse. Avrei dovuto essere la sua via di fuga. «Lo sono», le dissi, «lo posso essere», ma lei scosse la testa e sorrise, anche se era troppo triste per essere un sorriso. In quel momento era più in trappola che mai, per colpa mia, per colpa tua: adesso lo capisco.

«Sei giovane, Daniel. Non hai ancora trent’anni.» Secondo lei c’erano uomini che avrebbero ucciso perché le cose andassero così.

«Non io, non io», ripetevo. «Noi possiamo sistemare le cose.»

«Non ci può più essere un noi», rispose lei.

L’unica spiegazione è che diventò una persona diversa. Era come se fosse stata messa sotto vetro, c’era questa nuova scorza lucida su di lei e io non riuscivo a penetrarla.

«Ma io ti amo.»

«Ma io voglio essere una…»

«Ma io ti amo.»

Era seduta davanti a me, gli occhi inespressivi come sassi. Era un bar in cui non eravamo mai stati. I tavoli erano tondi, di formica beige, con i bordi sottili di metallo. O le gambe erano difettose o il pavimento era irregolare, perché tutte le



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